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RIVISTE

èLèMENTS (Francia) numero 90 novembre 1997 pp. 52 Ff. 35


Nè curiosità dettata dall'esotismo, nè timore da sindrome del "pericolo giallo": il problema del nuovo protagonismo del continente asiatico va affrontato con gli strumenti della ragione e con un interesse oggettivo, poichè al futuro di questo colosso sulla scena mondiale sono legati anche i destini dell'Europa. L'atteggiamento scelto da èlèments é quello giusto, e conferisce vivacità e nel contempo serietà al dossier monografico dell'ultimo numero del 1997. L'apertura siglata Robert de Herte (Le siécle de l'Asie?) definisce le coordinate di analisi: dai dati demografici ed economici alle prospettive geopolitiche, dalla denuncia dell'incapacità occidentale a capire il nocciolo della "diversità" asiatica all'individuazione dei caratteri specifici - il comunitarismo, la lealtà familiare e la frugalità - che fanno dell'Asia orientale un blocco culturale sufficientemente omogeneo e autonomo dal resto del mondo: elemento importante in vista della competizione internazionale del XXI secolo.

L'Asie face à l'Occident di Alain de Benoist approfondisce la pista tracciata nell'editoriale, andando al la ricerca delle origini del "miracolo asiatico" e sforzandosi di prefigurarne il futuro di fronte alla mondializzazione occidentale. Fra i punti messi in evidenza, il peso dei valori confuciani dell' "uomo di qualità" nell'organizzazione della vita sociale, l'inserimento dell'individualità all'interno di un'identità collettiva che ne orienta gli scopi e ne definisce il significato, l'ibridazione del sistema di valori giapponese, frutto di acculturazioni successive, la tendenza a preferire il compromesso al conflitto aperto, il difficile equilibrio fra tutela delle tradizioni ancestrali e immersione tecnologica nell'ultramodernità. Dei vari volti del risveglio asiatico - che non viene affrontato sul versante indiano: una mancanza cui speriamo che un prossimo fascicolo della rivista ponga rimedio. Elèments focalizza soprattutto quello cinese, grazie a una lunga intervista ad Alain Peyrefitte, intitolata La Chine et le XXII siécle. Rispondendo alle domande di Charies Champetier, il politologo francese, che é stato il primo intellettuale europeo a riportare in auge la preveggente frase di Napoleone " Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà ", affronta molti degli aspetti più significativi dell'evoluzione attualmente in atto nelle province dell'ex Impero celeste.

Di particolare rilievo sono le osservazioni sulle conseguenze del recente XV congresso del partito comunista cinese, sulla controversa questione del rapporto fra autoritarismo e modernizzazione, sulla strategia delle alleanze di Pechino, sulle tesi di Huntington in merito all'imminente scontro delle civiltà e su lle diseguaglianze socio-economiche interne alla Cina, amplificate dalla rapidità dello sviluppo in corso. Altri tre articoli più brevi illustrano aspetti specifici dell'ascesa asiatica. Les mangas attaquenti di Michel Lhomme affronta una dimensione spesso evocata del presunto nuovo imperialismo culturale dell'estremo Oriente, i cartoni animati giapponesi. La spèculation contre les dragons di Jean Rèmy tocca il nodo dolente di questi mesi: la crisi borsistica delle "tigri asiatiche", dovuta alle aggressioni della speculazione finanziaria internazionale e alla deconnessione fra l'economia virtuale dei trasferimenti elettronici e le economie reali fon date sulle capacità produttive e commerciali. Ne Les Asiatiques sont-ils plus intelligente?, Yves Christen tratta infine un argomento tabù per i mezzi di comunicazione di massa ma ormai in auge fra gli scienziati: l'ipotesi che, mediamente, le popolazioni asiatiche dispongano di un'intelligenza superiore. Ipotesi discussa e sulla quale, come afferma Christen, " appare difficile pronunciarsi in termini definitivi -, ma che già da anni allarma la superpotenza statunitense, che vede brillare nei suoi centri universitari, specialmente nel campo delle scienze fisiche e naturali, soprattutto gli allievi di provenienza orientale.

Retour sur l'eugènisme, di Charies Champetier, é il piatto forte della sezione non monografica del trimestrale. A definirne il contenuto basta l'incisivo occhiello: " Nell'immaginario della nostra epoca, l'eugenetica rimanda immancabilmente al nazismo. Parecchie opere recenti ci ricordano invece che sono state le democrazie liberali anglosassoni e le socialdemocrazie scandinave ad adottare i primi provvedimenti eugenetici - provvedimenti che la sinistra ha a volte difeso molto più vigorosamente della destra -. L'articolo non ha le finalità scandalistiche delle inchieste che da vari mesi appaiono sui giornali del Nord Europa, ma vuoi mostrare che agli albori del XX secolo la tentazione di sterilizzare gli individui definiti inutili e "antisociali" ha colpito soprattutto i "virtuosi" teorici del Welfare State. Una realtà che in seguito si é cercato di coprire facendo credere che I' "igiene raz-

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ziale" fosse un'invenzione hitleriana nata dal nulla.

Dopo un doveroso omaggio allo studioso della cultura indiana di reputazione internazionale Jean Varenne, presidente del Grece fra il 1984 e il 1987, scomparso la scorsa estate, il fascicolo ospita una critica di Christian Roi ad uno degli esponenti più noti della "destra" letteraria d'Oltralpe, il romanziere e moralista Jean Dutourd, accademico di Francia, accusato di coltivare una visione del mondo paterna lista e censoria, asfissiata dalla pochezza del buon senso borghese di fine Ottocento. Seguono un taccuino del politologo croato Tomisiav Sunic sul tema delle droghe (Sur les paradis terrestres), Evola l'èveilleur di Christophe Levaiois, dedicato alla presentazione del recente "Dossier H" sul teorico del tradizionalismo curato da Arnaud GuyotJeannin per le edizioni L'Age d'homme, la recensione cinematografica di Ludovic Maubreuil, le note d'arte di Michel Marmin. In conclusione, La Roumanie à la croisèe des chemins, sesta puntata di un viaggio attraverso la " Nuova Destra " europea che ha toccato in precedenza Italia, Germania, Spagna, Argentina e Fiandre.

Questa volta é di turno Bogdan Radulescu, il giovane animatore del Club des Accolades, espressione rumena della cultura non conformista, che, stimolato da Champetier, ripercorre i punti nodali della storia politica e intellettuale del suo paese nell'era moderna, traccia un bilancio provvisorio del dopo-Ceausescu e accenna alle prospettive di sviluppo della corrente di idee alla quale appartiene.

(il costo del numero 90 di ELEMENTS in Italia é di 12.000 lire, spese di spedizione incluse. Per l'acquisto, versamenti sul conto corrente postale 14898506 di Diorama)

 





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Data pubblicazione: 18 luglio 2007

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